giovedì 16 ottobre 2008

sperse le carte languide
attendon con spirto tepido

la man che dagli occhi acuti
con gesto sapiente raduna

ignare ristanno immote
le penne con punta rotonda

le brevi matite affannate
riposano all'ombra dei libri

si giace sul tavolo scuro
il calcolatore adombrato

a terra il corpo assonnato
del capo di tutti gli oggetti

respira

zzzzzzzzzzzzzzz...........

venerdì 3 ottobre 2008

accade di vivere in una sorta di nebuloso presente, fatto di inspirazioni ed espirazioni, di battito cardiaco, di scelte e decisioni. mi alzo alla mattina e scelgo se e come vestirmi, decido di lasciare la finestra aperta mentre non sono in casa, scelgo una scuola o di praticare un hobby in un luogo e in un modo piuttosto che in un altro.
scelgo la via più facile o la più ardita. lascio che siano gli altri a scegliere per me, a scegliere me, oppure mi impongo.

e poi accade che un giorno questo nebuloso presente venga squarciato da un'ora di sole. o magari è solo un respiro, un battito. ma è sufficiente.

ci si accorge che le scelte e le decisioni prese e fatte hanno avuto una preparazione, un lavorìo, una riflessione, pari alle inspirazioni ed espirazioni. nessuna.
nessuna riflessione, nessuna strategia studiata a tavolino, nessun momento di "calma, ragioniamo". tutt'al più c'è stata una breve occhiata data al proprio ombelico, un lento girare di pollici, cui si è messo fine con uno sfacciato sbadiglio.
certo, quelle scelte portavano a strade che noi, in quel momento, non potevamo vedere. ma ora, in questo squarcio di luce, vediamo che in direzioni opposte, parallele, convergenti o divergenti dalla nostra ci sono tante altre strade. quelle che non abbiamo percorso.

e mentre ci rendiamo conto che, con passo incerto, avanziamo verso l'abisso, non possiamo non essere assaliti dal tremendo dubbio di aver sbagliato. tutto.