Festeggio il giorno più lungo svegliandomi alle 4 del mattino.
Certo, se ieri non fossero andati ai rigori noi saremmo andati a letto prima e stamattina si sarebbe stati un po' più svegli.
Leggo un libro per l'occasione: "Flatlandia" di Edwin Abbott Abbott, che per inciso è il titolo della settimana, di quella corrente, di quella trascorsa e della prossima, nella quale so già che non avrò nessuna voglia di postarvene un altro.
Alle 7 mi sembra di aver già vissuto abbastanza, per oggi, ma mancano ancora dieci o quindici ore al tramonto e me ne faccio una ragione.
Bella storia.
Sarebbe da fare più spesso. Forse.
è incommensurabile. per questo la sua descrizione è pressoché invisibile. se la state leggendo, complimenti, siete in gamba. in questo blogo vi pianto in faccia me, libri, teatralate, strampalerie grafiche et numerose altre amenità.
sabato 21 giugno 2008
martedì 17 giugno 2008
Immaginate di essere un elefante.
Un vostro amico, tipo un'antilope o una scimmia, o anche un leopardo magari, vi invita nella sua cristalleria per farvi vedere i suoi ultimi preziosissimi acquisti.
Immaginatevi lì, nella cristalleria del vostro amico.
Le distanze tra gli scaffali carichi di oggetti non assomigliano neanche lontanamente alle proporzioni dell'ikea.
E voi siete un elefante.
Se vi muovete, romperete sicuramente qualcosa. Se non vi muovete, rimarrete bloccati per sempre, e morirete lì.
Avendo voi altro da fare nella vita che non imputridire in una cristalleria, optate per il muovervi.
Ve l'ho detto, romperete sicuramente qualcosa. E sarà qualcosa di molto prezioso, non c'è scampo.
E il vostro amico, essendo tale, non si arrabbierà, non dirà assolutamente niente. Forse impallidirà un poco, e il suo sorriso quando vi congederete sarà leggermente tirato. E' un vostro amico.
Immaginate il vostro disagio.
Voi, un elefante, in una cristalleria.
Immaginate lo scettico blu che va in un negozio di vestiti.
(è come se le mie mani, degne figlie del mio nome, fossero delle fontane di inchiostro indelebile blu. tocco i vestiti, giusto per giustificare il fatto di essere lì, e inevitabilmente tutto ciò che sfioro si macchia irreparabilmente. e le commesse restano impassibili, vittime di un incantamento che impedisce loro di sbattermi fuori a calci. come vorrei conoscere il controincantesimo.)
Un vostro amico, tipo un'antilope o una scimmia, o anche un leopardo magari, vi invita nella sua cristalleria per farvi vedere i suoi ultimi preziosissimi acquisti.
Immaginatevi lì, nella cristalleria del vostro amico.
Le distanze tra gli scaffali carichi di oggetti non assomigliano neanche lontanamente alle proporzioni dell'ikea.
E voi siete un elefante.
Se vi muovete, romperete sicuramente qualcosa. Se non vi muovete, rimarrete bloccati per sempre, e morirete lì.
Avendo voi altro da fare nella vita che non imputridire in una cristalleria, optate per il muovervi.
Ve l'ho detto, romperete sicuramente qualcosa. E sarà qualcosa di molto prezioso, non c'è scampo.
E il vostro amico, essendo tale, non si arrabbierà, non dirà assolutamente niente. Forse impallidirà un poco, e il suo sorriso quando vi congederete sarà leggermente tirato. E' un vostro amico.
Immaginate il vostro disagio.
Voi, un elefante, in una cristalleria.
Immaginate lo scettico blu che va in un negozio di vestiti.
(è come se le mie mani, degne figlie del mio nome, fossero delle fontane di inchiostro indelebile blu. tocco i vestiti, giusto per giustificare il fatto di essere lì, e inevitabilmente tutto ciò che sfioro si macchia irreparabilmente. e le commesse restano impassibili, vittime di un incantamento che impedisce loro di sbattermi fuori a calci. come vorrei conoscere il controincantesimo.)
mercoledì 11 giugno 2008
venerdì 6 giugno 2008
La settimana volge al suo fine (dal momento che lo scopo di ogni settimana è quello di fornirci di giorni finesettimanali) ed ortogonalmente termina pure l'anno scolastico. Ma guarda un po'. Ed ecco quindi che il vostro incantevole scettico vi elargisce a guisa di titolo della settimana il seguente: "Come un romanzo" di Daniel Pennac.
Libro assai bello e gradevole che, tra le altre cose, mi invogliò a riprendere in mano quel Gogol che, vinto dalla mia insanabile ottusità, avevo lasciato da parte tempo addietro. Non è cosa da poco. Sia il fatto ch'io l'avessi appartato, sia il fatto che me n'avesse rinvogliato.
Buone cose, buffoncelli.
Libro assai bello e gradevole che, tra le altre cose, mi invogliò a riprendere in mano quel Gogol che, vinto dalla mia insanabile ottusità, avevo lasciato da parte tempo addietro. Non è cosa da poco. Sia il fatto ch'io l'avessi appartato, sia il fatto che me n'avesse rinvogliato.
Buone cose, buffoncelli.
lunedì 2 giugno 2008
Accenti vincenti
Personaggi:
La Signora Contador
La Signora Riccò
SIG.RA CONTADOR (fiera): Mio figlio ha la maglia rosa.
SIG.RA RICCO' (sdegnosa): Mio figlio no, ci sto attenta alle tarme, io!
La Signora Contador
La Signora Riccò
SIG.RA CONTADOR (fiera): Mio figlio ha la maglia rosa.
SIG.RA RICCO' (sdegnosa): Mio figlio no, ci sto attenta alle tarme, io!
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