lunedì 27 settembre 2010

oggi ho realizzato, con una consapevolezza che non pensavo potesse appartenermi, che non mi piace il lavoro che faccio.
è inutile, non mi piace.
eppure dovrebbe, a pensarlo mi dico che proprio quel lavoro lì, per cui mi pagano, mi dovrebbe proprio piacere.
ma no.
niente.
è un lavoro arido, meccanico, utile per carità, ma non è il lavoro che voglio fare io.
perché non c'è l'io in questo lavoro, ed è perfettamente indifferente l'identità del proprietario della mano che pigia i tasti del computer.
e non posso nemmeno pensare, chè la meccanicità non è standard, e richiede molta attenzione e un minimo di ragionamento.
che palle.
io voglio lavorare per la lego.
ecco, l'ho detto.
voglio allestire mostre di design nel centre pompidou, rastrellare i giardini del palazzo dell'imperatore del giappone, girare il mondo con il cirque du soleil e costruire nuovi modelli di sviluppo economico.
voglio trovare la cura per il cancro, diamine!
e inventare una lingua nuova.
e voglio provare cosa significa essere soddisfatti di sè.