mercoledì 14 marzo 2007

Sul concetto di equilibrismo sociale avanzato dal signor Gravini Della Carmagna

Nel 1527 Simone Gravini Della Carmagna affermava, nel suo celebre Folada de cerveza, la sostanziale affinità dell'equilibrismo sociale con l'ardimento operoso, teorizzato soltanto cinque anni prima da Ludovico Maretti. Non è mia intenzione sollevare un vespaio, e tuttavia non posso esimermi dal dichiarare la mia sostanziale avversità a tale - a mio avviso - pomposa quanto ingiustificata affermazione. Lo Zeuberg sosteneva, già nei primi anni del Settecento, la riconducibilità di tali affermazioni, e peraltro di tutta la Folada, al momento storico, allo spirito dell'epoca, all'aria leggermente frizzantina che si respirava nell'anno di pubblicazione dell'opera, e tuttavia il suo giudizio sul Gravini mi pare ancora troppo moderato, troppo intriso di quel rispetto che i secoli hanno incondizionatamente tributato allo scrittore ispano-piemontese. Lo so, intere generazioni di professori inorridiranno, ma io dichiaro l'assurdità di tutta la faccenda. L'ardimento operoso è concetto tale da rivestire importanza fenomenologica non piccola, e la sua applicazione all'ermeneutica dell'attivismo si sposa degnamente con le più avanzate teorie epistemologiche. L'equilibrismo sociale non ha nulla di tutto questo. E' concetto povero, infimo addirittura, basato su pallide concezioni geometriche condivisibili forse solo in un'impostazione copernicana. L'accostamento di due idee così in contrasto tra loro potrebbe valere solo a dimostrare quanto vari possono essere gli esiti del ragionamento umano. Null'altro.

1 commento:

Questor ha detto...

Dimentichiamo l'opera del Cavaliere Oscuro, del Crociato Incappucciato... dell'Uomo Pipistrello... come inquadrare costui?