domenica 20 aprile 2008

Luce crepuscolare, il sole è già tramontato e gradatamente il cielo diventa nero, l'illuminazione stradale impedisce al buio di inghiottirmi, aiutata dai semafori e pochi fanali di passaggio. La temperatura è ideale, semplicemente perfetta. Le strade sono larghe, le mie due ruote hanno dalle due alle quattro corsie su cui spaziare in quasi totale libertà. Non c'è conquista, non bramiamo al possesso delle strade. Silenziosamente passiamo, andiamo oltre.
Le mie prestazioni fisiche hanno un rendimento proporzionale all'odio che ho in corpo. E' un dato interessante. I muscoli si tendono con alternanza ritmica, senza un pensiero, senza sforzo perché niente in me si dà pena di rilevare quello sforzo, tutto è volto altrove, a quell'odio traboccante ora così difficile da nascondere.
E lentamente, senza pensare, al ritmo del mio sangue, in modo incosciente ed indolore mi riconquisto, mi riavvicino, mi riappacifico con me. (schizofrenia? me lo chiedo sempre più spesso)

Io, la mia bici, nella notte. Meno male. Forse sì, forse c'è ancora qualcosa di bello.

2 commenti:

utente anonimo ha detto...

"...non bramiamo al possesso delle strade..."

Bello.

Secondo me dovrebbe essere questa una cosa da tenere conto.
Ha ancora ragione di esistere il consenso se questo viene trattato come una settimana fa?

parresia ha detto...

Domande esistenziali la domenica mattina! ...ed è già passata una settimana, cavoli.