venerdì 28 marzo 2008

Camminavo per le strade della città. In mano avevo un piccolo regalo per te. Avevo la certezza che ci saremmo incontrati.
Non c'era un appuntamento, no, e nemmeno un qualche motivo per pensare - ragionevolmente - una cosa simile. Ma c'era quella certezza. E c'era quel piccolo regalo, nella mia mano. Ci saremmo scorti tra la gente, avremmo incrociato gli sguardi, i sorrisi. Ti avrei dato quel regalo e al suono della tua risata avrebbe riso il mio cuore.
Ne ha bisogno, di ridere, il mio cuore.

Ma poi ho guardato in giro, e tu non c'eri.
E quella cosa, nella mia mano, si faceva sempre più pesante, sempre più bruciante, sempre più difficile da spiegare.
E chi potrebbe capire ormai è lontano.

Vorrei chiamarti, ora, subito, e sentire la tua voce sorridente. E sentire la tua voce che sorride a me. Ma il tuo numero non è sotto il tuo nome, ed io non posso ritrovarti.

- - -

Eppure stasera ho trovato un sogno. Una nuova cosa da aggiungere a quelle che vorrei fare da grande. Un sogno regalatomi da un uomo alto e affascinante e da un uomo minuto con movenze da folletto o da demone.
Se solo io volessi diventare grande...

2 commenti:

sovversilvia ha detto...

che bel post, non l'ho capito, ma è bello... un giorno me lo spieghi?

parresia ha detto...

Be'... sì... forse...