domenica 30 giugno 2013

Del perché i libri vengono sempre prima della zuccheriera


Ebbene, siamo qui oggi a sfatare un mito, un topos, un preconcetto che oramai da secoli si pone a svilire lo spirito critico di intere generazioni.

Alla zuccheriera vien detto: "non tu, sempre i libri prima, lo sai". E tutti a pensare che ciò denotasse il minor valore della stessa, in confronto agli altri. Ciò che è, nell'opinione del soggetto giudicante, ritenuto di maggior pregio, sia il primo ad essere salvato, o scelto, o - nel caso specifico - messo in valigia. Oggi io vi dico (scrivo) tzé. Sciocchezze. Panzane.

"Prima le donne e i bambini": sul Titanic cosa credete significasse? Valevano forse di più? No, signori miei, essi galleggiavano meno! Questa la verità!
"Salvare capra e cavoli": si cita prima la capra perché poi la si può munire di sacche sulla schiena in cui riporre i cavoli. Non una questione di valore, di affetto o di bizzarre gerarchie tra allevamento e agricoltura.
"Prima il dovere poi il piacere": andiamo, non fatemi spiegare l'evidenza, non fatemi insultare così le vostre intelligenze.

E dunque, direte voi, sgomenti all'apprendere tante e tali verità: perché prima i libri? Semplice. Banale. Lapalissiano.
La peculiare conformazione fisica del libro fa sì ch'esso sia particolarmente adatto ad essere posto a fondamento di un insieme di oggetti. (e potrei facilmente fare un parallelo: il contenuto dei libri fa sì ch'esso sia particolarmente adatto ad essere posto a fondamento di un insieme di concetti).
Prima i libri, poi, sopra questi, la zuccheriera. Di modo che essa non subisca danni nel trasporto, né rischi di versare lo zucchero.

Ma perché, continuerete a domandare insolentemente, essa si precipita volendo entrare per prima in valigia?
Ma perché non usate le vostre testoline belle, domando io!
Contenendo zucchero, è tautologico dire che essa è piena di carboidrati, ossia di energia. Alla frase "Si fanno le valigie andiamo su, su, su" non può che accorrere, iperattiva com'è.
Fortunatamente - e mi si perdoni di usare l'avverbio "fortunatamente" - un "Hockety pockety wockety wa" detto al momento giusto rimette ogni cosa al suo posto.