lunedì 16 maggio 2011

ebbene. capita alle volte, nella vita, di dover lasciar cadere una maschera. quando l'aria è pulita, quando i fumogeni sono ormai spenti. il mercoledì delle ceneri, al ritorno da una missione in cui un tuo amico si è fatto esplodere con l'asteroide cattivo. oppure quando riemergi dall'acqua e ti vieni a sdraiare vicino a me. tutte situzioni in cui la maschera - volente o nolente - cade. e non ho citato il caso in cui, nel buio di un teatro, si spintona un tizio/a in divisa. meglio se tizia con tacco 12. è lì che casca la maschera.

ed è così che tocca alla mia, d'esser riposta per un istante acciocché io renda virtualmente noto al mondo intero l'inusitato fatto occorsomi.

antefatto.
non molti anni orsono incorsi in un blog d'un simpatico fumettista autore d'un simpatico uomo scottex.
ma non è di lui che vi voglio parlare.

attraverso un percorso non meglio ricostruibile approdai dunque qui. e da quel giorno costui divenne uno dei miei miti.

l'evento.
ora, è accaduto che, grazie alle coincidenze che governano la nostra vita, mi ritrovassi a ritirare i miei occhiali nuovi nel momento in cui il mio mito ordinava i suoi occhiali nuovi.
e così l'ho conosciuto. anzi, l'ho riconosciuto. e poi gli ho stretto la mano.


caro paolo, permettimi questa confidenza in queste righe che ti dedico.
non posso nasconderti che ho avuto una sincope nel momento in cui ho capito che eri tu. avrei voluto inchinarmi al tuo genio, esibirmi in sperticate lodi, cantarti a memoria tutta ATV per dimostrarti il mio fanatismo. spero che mi sarai grato di non averlo fatto.
al di là di tutte queste esagerazioni, è stata una figata riconoscerti, e conoscerti.