lunedì 23 agosto 2010

impensabile.
c'è una persona. in turchia. ha un ipho*e. naviga in internet.
e capita qui.
sì, proprio dove stai leggendo tu.

ecco, queste son cose che a raccontarmele non ci credo.
eppure è così.

sabato 7 agosto 2010

arrivo all'interno dell'edificio, e, come prevedevo, mi viene incontro lei. mi sta antipatica, da sempre, e la cosa è reciproca. mentre la vedo avvicinarsi ripasso la risposta che le darò: devo consegnare un pacco. già, e se mi chiede a chi? sento la tensione. semplice, le dirò che non ricordo il nome, e che è scritto sul foglio di accompagnamento, che ho lasciato al portiere. il portiere stesso mi ha detto di portare il pacco nella stanza in fondo all'ultimo corridoio del piano più basso dell'edificio.
ora che lo scrivo mi rendo conto di quanto tutto ciò sia inverosimile.
lei, l'antipatica, annuisce e mi accompagna. il pacco è su un carrello. è una scatola di cartone, il doppio di una scatola da scarpe, rosa. non mi pareva pesasse tanto, ma di fatto è sopra questo carrello che io spingo. lei cammina a fianco del carrello.
prendiamo un ascensore e poi un altro. arriviamo al piano più basso, quindi all'ultimo corridoio, che percorriamo fino in fondo.
finalmente mi apre la porta dell'ultima stanza. io non entro neppure, dò una spinta al carrello che così scivola dentro. lei chiude, e torniamo indietro. risaliamo e mentre siamo chiuse in ascensore inizio ad avere paura. com'erano i patti? a una certa ora scatta? o quando telefono io? non mi ricordo... finalmente siamo fuori. ci salutiamo, io e lei, con finta cortesia. mi allontano un po' nella piazza, arrivo al porticato di fronte. ancora non è successo niente. allora telefono, dico che è tutto a posto e che siamo fuori. bene. ho ancora il telefono in mano, riconosco una persona seduta nel cinema che si apre lì di fronte a me, faccio due passi in quella direzione quando un rombo seguito da grida mi fa voltare, giusto in tempo per vedere l'Esposizione Universale sgretolarsi e crollare. la gente urla e scappa, e io mi lascio prendere dal panico collettivo. so benissimo che non c'era nessuno là dentro, tutto era studiato a puntino perché nessuno si facesse male, ma realizzo in un attimo che la bomba che ho lasciato poteva, potrebbe tuttora, causare altri danni non previsti. la Basilica Palladiana è proprio a fianco dell'Esposizione... e se crollasse anche quella? cos'ho fatto? e poi perché? mentre corro con gli altri per allontanarmi sudo freddo. mi fermo al semaforo rosso e quindi penso a far perdere le tracce.