giovedì 31 dicembre 2020

2-0-2-0

O tu che leggi, fai caso che sono le ultime 20.20 del 2020.

Ah, no, vale solo per me che scrivo.

sabato 19 dicembre 2020

A posto, lì.

PERSONAGGI:

Tommaso

Simone

Giovanni

Levi

Giacomo

Filippo

altri (che non parlano)


Ambientazione: una montagna della Galilea, intorno al 28 d.C.


TOMMASO (dubbioso): Ci siamo tutti? Mi sembra manchi qualcuno...

SIMONE (serio): Ho qui la lista: io, tu, Andrea, Giovanni, Giacomo, l'altro Simone, l'altro Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Giuda Taddeo, e Levi.

GIOVANNI (entusiasta): Fantastico, siamo 11, possiamo fare una squadra di calcio!

LEVI (preciso): Ha ragione Tommaso, dimentichi l'altro Giuda.

GIACOMO (sbuffando): L'Iscariota? ah, se c'è anche lui a posto siamo!

FILIPPO (sagace): No, semmai apostoli.


(parabole)



venerdì 4 dicembre 2020

(più natalizio di quanto sembri)

Ci sono questioni spinose che prima o poi vanno affrontate. Per una di queste, il momento di parlarne è giunto, inutile temporeggiare oltre. Pertanto, se il bagno è libero, ci concediamo un po' di spazio per parlare di cibo. Cessate di sbarrare gli occhi, ho proprio scritto "se il bagno è libero".
Già, perché la questione non è tanto l'assunzione del cibo, ma il suo licenziamento. Quel momento in cui ciò che era stato assunto a far parte di noi [musichetta di sottofondo: è meraviglioso far parte di un team...] viene licenziato, con una – si spera – buonuscita.
E qui si pone il problema: che tipo di contratto s'era fatto, all'assunzione?
Era a tempo indeterminato? Come quello che si fa a certa ciccia che inesorabilmente si deposita inesteticamente in certe parti del corpo? O era a tempo determinato? Magari, per i più avvezzi alle terminologie del mondo del lavoro, un co.co.co., o un co.co.pro.? Termini che peraltro potrebbero rispecchiarsi onomatopeicamente nel momento di salutarsi e andare ciascuno per la propria strada.
Ma c'era un scadenza determinata per la conclusione del rapporto impiegatizio, o si è giunti alla fine per "giusta causa"? Non pochi mal di pancia sono derivati da tali questioni. La presunzione di sapere porta a darsi delle arie, e per carità, meglio fuori che dentro, tuttavia si raccomanda di assumere con moderazione per licenziare con correttezza.

(no comment)


venerdì 20 novembre 2020

2k 313p

Ora, se voi pensate che adesso andrò a raccontarvi la storia del gatto, ebbene, non avete capito un tubo di questo blog. E nemmeno dei gatti.

In particolare, riguardo a questa seconda cosa, è assurdo che un gatto vada a raccontare la propria storia a un umano. Per quale motivo dovrebbe farlo? Ammettiamo che si tratti del padrone di quell'umano (sì, intendo il bloggatore). L'umano non conosce ancora il suo padrone, perché evidentemente è cresciuto in cattività, nella sua bella gabbietta pulita (?), dotato di cibo, di un luogo deputato all'eliminazione degli scarti, di un giochino per passarsi via. Il computer è uno dei giochini preferiti per gli umani, in grado di tenerli occupati per ore, assopendone eventuali istinti sgradevoli, ma anche, a seconda del settaggio del computer, in grado di amplificarne aspetti animaleschi. Ad esempio, gli umani da combattimento vengono spesso allenati con computer opportunamente adattati, che li portano ad accrescere l'aggressività eliminandone in buona parte l'istinto di conservazione. Non tutti i proprietari di umani sono in accordo sull'utilizzo di questi metodi, ed esistono associazioni che propongono di decretare l'illegalità dei combattimenti tra umani.

Tornando al nostro umano-bloggatore, è evidente che a lui era stato fornito un computer semplicemente atto a fargli passare il tempo. Tuttavia l'umano appariva gravato di una certa noia, al che il gatto potrebbe aver pensato di cambiargli ambiente, il che spiega lo spaesamento del bloggatore nel trovarsi davanti un pianoforte (un umano al pianoforte è sempre un apprezzato elemento di arredamento) o una "casa" a lui sconosciuta.

Ora, fin qui tutto nella norma. Un buon gatto vuol bene al proprio umano, e cerca di rendergli la vita confortevole. Il fatto che il gatto in questione possa essere arrivato a raccontare all'umano la propria storia, ecco, questo inizia ad essere un po' troppo fuori dal normale, e dunque eviterei di scriverne oltre, per non essere denunciato alla Buoncostume.

mercoledì 11 novembre 2020

11.11.2020_11.11

Che poi diciamocelo che è tutta una convenzione, neh? Manciate di simboli alfanumerici buttati lì secondo un caso precedentemente stabilito, ma del tutto opinabile, no?

Dite voi:
- Siamo nel nove'
- 'mbre.
Rispondo io.
Già. E dunque? E niente, espresso in numeri(?) dovrebb'essere 9mbre, o addirittura, se volessimo sbilanciarci, qmbre o çmbre, artifizi grafici di dubbia resa, esponenzialmente inversi alla quantità di tempo che dovrei impiegare in altre cose.

Vogliamo dare i numeri? Be', io sì. Oggi è il 316° giorno dell'anno, potremmo dire 316*2020, quindi il 638.320.
Ma è anche l'undicesimo giorno dell'undicesimo mese (ma non era il nove?!), quindi 11*11*2020 (244.420), oppure 11*11 (121) del 2020, o ancora l'11 del 11*2020 (22.220).

Se vi gira la testa, e volete tornare alle confortanti convenzioni che vi hanno rifilato sin dalla nascita, oggi è un giorno espresso in 8 cifre singole, la cui somma è 8.
(boom baby)
Se invece che per quello delle cifre parteggiate per il partito dei numeri, allora è un giorno espresso in tre numeri, la cui somma è 2042.

...d'altra parte l'anno lo possiamo abbreviare alle sole ultime due cifre, quindi la somma di oggi è 42.


(sconvolgimento)

lunedì 9 novembre 2020

1/2k, 85p

Curioso, quel gatto. Il problema era da dove fosse entrato. Non c'erano porte o finestre aperte, quindi non poteva che essere passato dal buco della serratura. O dal camino, sempre che ce ne fosse uno.

Il blogger si guardò attorno perplesso. Non fece però in tempo a domandare "in che accidenti di posto mi trovo?", frase che avrebbe pronunciato con modi da smargiasso (probabilmente al fine di impressionare il gatto), che il felino, con un qual certo fare garbato, iniziò a raccontare la sua storia.

lunedì 2 novembre 2020

1/2k, 78p

Stava fissando lo schermo già da un po', sfiorando distrattamente il mouse ogni tanto, giusto per mantenerlo acceso. Si stava annoiando di tutto quello scrivere autoreferenziale. Ci voleva una complicazione, un'avventura.

Stava rimuginando sul termine avventura, quando si rese conto che in casa era entrato un gatto. Doveva essere entrato senza far rumore, a passi felpati, cosa che giustamente ci si poteva attendere da un felino, e ora era seduto sul tappeto davanti al divano, con aria noncurante.

sabato 10 ottobre 2020

3pDante

Se dovessimo definire Dante con tre "p" che cosa diremmo? "Poeta", senz'altro, lui è il sommo. "Parlatore"? Chi può dirlo? Magari balbettava, o s'intimidiva, o provava quella lieve stizza un po' snob tale da non desiderare di mettere gli altri a parte delle proprie parole (quante "p", qui! un'allitterazione!).

"Partigiano"? Questo sì. Da buon ghibellino lo si potrebbe ben definire di parte. E, per inciso, partigiano ma non "parmigiano", ch'egli era fiorentino, e lì di 'p' non ve ne sono.

E allor che altro? Prosatore? Pagliaccio? Pittore? Picaresco? Pittoresco? Papà?

Sì, Dante era papà. Anche se della sua posterità (Pòstero?) poco ci s'immischia, liquidata in una riga, o poco più, sull'enciclopedie.

Ma senz'altro "padre" - sì, sì, state quieti lì voi che saltellate con la mano alzata strillando "è il padre della lingua italiana!" -, questa la terza "p". 

Dante: il padre, il poeta, il partigiano.

Sempreché, come si diceva, si volessero applicar tre "p" (a) Dante.


Trepidante.

Come il Pinciuz, quando apprende che oggi è il 10 10 2020. E non tornerà mai più. 

giovedì 8 ottobre 2020

-sfumato-

Ho capito i danni del fumo durante una lezione di Paleografia latina.

E sì che l'attenzione non m'era mai mancata.

Notevole. E un po' bizzarro.



martedì 29 settembre 2020

1/2k, 81p

Non erano poi queste grandi decisioni. Scrivere questa o quella cosa... Era poi così importante? Non poteva bastare lo stile a giustificare tutto quel pigiare di tasti? Qualcuno avrebbe apprezzato. O no? Ma forse no, forse non bastava.
La realtà è che sentiva quel momento come gravido di possibilità. Se avesse scelto bene, forse sarebbe stata la svolta, quella che aspettava. L'evento che muove l'azione e trasforma una vita comune in una storia da raccontare. Se avesse scelto con accortezza, se...

martedì 15 settembre 2020

sabato 5 settembre 2020

1/2k, 74p

Affrancàtosi da tediose sequenze numeriche, il bloggatore si trovò -neanche a dirlo- in panne. Cosa scrivere? Di cosa occuparsi? Era forse lo scetticismo, tale da fare di lui un titolato in merito, sufficiente a giustificare delle manciate di parole buttate giù alla bell'e meglio? D'altra parte, era necessario giustificare? Insomma, chi aveva stabilito che bisognasse proprio ingraziarsi il pubblico? E quale pubblico, poi? C'era qualcuno là, a leggere quella spolverata di caratteri sullo schermo?

martedì 25 agosto 2020

Ognun di sé. Dialogo in tre battute e una posa.

Personaggi:

La "m"

La "d"

La "a"

La "h" che non parla


LA "M": (timidamente) E me?

LA "D": (imperiosa) Di'!

LA "A": (senza alcuna voglia di ascoltare) Ah...

LA "H": muta


(inchiostro)



sabato 15 agosto 2020

1/2k, 76p

Se ne stava lì già da un po', a giochicchiare con la tastiera, inventando pseudo-ipocoristici verbali, con malcelata indifferenza allo schermo e altalenante attenzione a tutt'altre - plurali - cose. Ed ecco, in una pallida sera, la resipiscenza: gli era sfuggito il 2 luglio. Decretatasi da sé la fine della tradizionale precessione mensile del post annuale, si rasserenò, assumendo d'aver conquistato una maggior libertà tematica. S'impose di porre un argine alla già rutilante entropia, e pubblicò.

giovedì 11 giugno 2020

rim(estol)o

se piangi io soffro
e allora soffriggo
le iridi affliggo
e cipolla ti offro

se poi ti vien voglia
di fare merenda
tu tira la tenda
io stendo la sfoglia

andiamo alle botti
per chiudere in gloria
faremo baldoria
con latte e biscotti

se par che sia folle
non darti pensiero
e torna al primiero
affettar di cipolle


venerdì 1 maggio 2020

Cerco compagnia nei morti, per non appesantire i vivi, che già la vita è greve e non mi pare il caso di far da zavorra agli altri.
Cerco compagnia, consolazione, per con-vivere questa solitudine con qualcuno, anche se in realtà non c'è più.
Cerco con-solazione in un ricordo, cerco un po' di luce, o un'overdose di luce, un'in-solazione, da chi (forse, così mi dicono, ci proviamo a credere) nella luce non è più solo.

lunedì 30 marzo 2020

tale la situazione nella capitale
quale la si ritrova in tutta la nazione
i capi a non stare attenti si fan male
e si prescinde ormai dalla fazione

ci si scruta con sguardo un po' animale
fin dall'ora della colazione
giungendo a credere normale
l'imperativo della non-azione


domenica 15 marzo 2020

(Convivenze )forza(te)!

Personaggi:
Quello (che si scusa)
Quegli altri (che non se ne danno pensiero)

QUELLO: Scusate, oggi mi sento più stupido del solito.
QUEGLI ALTRI: Tranquillo, non si nota la differenza.

(quarantena)


sabato 29 febbraio 2020

Della rete e le sue maglie (un'indagine sociale)

metto su una certa arroganza scrivendo qui, ammantato di mistero, nascosto dietro una qwerty che di me rivela più di quel che dico, lasciando trasparire una Weltanschauung - sì, ma allora è una qwertz - che mi colloca in un cronotipo approssimabile vent'anni più vent'anni meno, 500 km più in qua o più in là

mi sento un brontosauro in un campo d'insalata


sabato 22 febbraio 2020

2x5

...e poi sei lì, che ti dici "mannaggia, mi è sfuggito il 20!" ...e non ti accorgi che ti passa il 22.

...o forse te ne accorgi, eh?

domenica 2 febbraio 2020

Lo so

ve lo aspettate tutti che io scriva in una data come quella di oggi.
Tzé, troppo scontato, buffoncelli che non siete altro.
E allora io non ve la do, questa soddisfazione, e non scrivo niente, tzé.



Ops.