domenica 17 febbraio 2008

Il titolo della settimana che mi pregio di proporre alla vostra gradita lettura è "Il monaco che dormì 400 anni" di S. M. C.
E chiariamo che io non vi sto propriamente proponendo di porvi alla lettura del libro cui il titolo sopracitato riconducesi, ma più semplicemente pongo dinanzi ai vostri occhi leggenti tale titolo corredato d'autore.
Il fatto poi che trattisi di lettura gradita riferiscesi al mio personale gradire la vostra presenza leggente lì davanti. (sì, mi sto riferendo proprio a te sai, te che stai lì davanti a un monitor con quella faccia a metà fra il nerd e il pesce lesso)

Che poi se lo volete leggere quel libro lì a me è piaciuto.

sabato 16 febbraio 2008

Di unguenti, di morte e modaiolerie varie

Personaggi:
Quello Lì
Quello Là

QUELLO LI': Che hai fatto ai capelli? Hai messo la lacca "effetto scolpito"?
QUELLO LA': Macché. Li ho solo imbalsamati.


(risciacquo)


E già che ci sono mi augurio.

mercoledì 13 febbraio 2008

Attenti a quello che fate. Potreste finire su un blog. O su un necrologio.

Treno. Primo vagone. In attesa della partenza. Il capotreno offre caramelle alle ragazze. (sono solo quattro, neh) (le ragazze)
Al gentile rifiuto di una di queste, seguito da un plateale moto di dispiacimento/disperazione del capotreno, il signor autista del treno lì presente commenta "mai accettare caramelle dagli sconosciuti".
Il collega verde-vestito non se lo fa ripetere due volte: "Capotreno. G****** D'*****. Ora mi conoscete!" Ilarità soffusa delle ragazze. Compiacimento del proprio status. Qua e là coscienza della naturale/artificiosa bellezza.
Durante il viaggio, da coscienzioso controllore qual è, il capotreno si premura di sincerarsi se le ragazze studino come dicono di fare. Si offre di far loro mini-interrogazioni e scuote la testa di fronte alle loro proteste. Si sta al gioco, con condiscendenza maliziosa, resa innocente dalla differenza d'età. La gioventù impone il suo tributo, gli anni che spolverano i baffi di grigio si piegano con galanteria e affettazione.
Nel ritirarsi assume lo sguardo del cavaliere errante salvatore di giovani prigioniere: "Insomma non vi lascio in pace. Eh, no, con me non si studia!"

Smancerie a parte, oggi ho visto con i miei propri occhi una donna zompare su un treno già partito. Per favore, PER FAVORE, evitate di fare queste cose. Perdetelo, qualche treno, piuttosto. Che magari si rivela pure una bella esperienza.

sabato 9 febbraio 2008

Il titolo della settimana è "Situazione disperata ma non seria" di Robert Shaw.
E se ne avete il tempo e l'estro (o il destro, vedete voi) fatemi il favore di leggerlo, questo. E immedesimatevi, pure.

mercoledì 6 febbraio 2008

Che ne dice, doctor Freud?

La bambina è di spalle. La testa bionda rivolta verso la madre.

Io sono un po' indietro rispetto a loro, vedo la donna parlare ma non sento cosa dice.
D'un tratto mi accorgo di una macchia rossa sui capelli della bambina. La madre le accarezza la testa, e quando ritira la mano vede il sangue. Macchie di sangue sempre più larghe coprono il biondo. Ma il sangue non è della bambina, viene dall'alto. Cola. Siamo in tre a girare contemporaneamente la testa in su.
L'uomo è molto in alto. Il cadavere è appeso a una corda, impiccato. La carne lacerata. Sventrato. Maciullato. Qual è il termine giusto?
Il sangue cola dalla carne squarciata, denso, rosso scuro. E poi... e poi mi sono dovuto svegliare. Di soprassalto. Tutto qull'orrore era davvero troppo.


Dica, dottore, è grave?

domenica 3 febbraio 2008

Ok, buffoncelli. Il titolo della settimana è "La morte a Venezia" di Thomas Mann.
Siete contenti, felici, gioiosi? Bene. Io no.

sabato 2 febbraio 2008

Pioviggia.
In modo discontinuo e quasi fastidioso, e non me ne frega niente di quello che dice splinder ma qua son le due di notte.
E se il sole non sorgesse più?
Bel problema, direte voi. Gran casino, dico io. E che si fa?
E poi io ho voglia di andare in bici. Sì.
E allora fallo, direte voi. E allora rigore, dico io, che son pur sempre l'Incommensurabile Scettico Blu che pinciuz o non pinciuz qui faccio quello che mi pare. Il bello e il cattivo tempo.
Pioviggia.
Se non fosse che abito con altra gente sensibile ai rumori piglierei le chiavi, ciusperei la bici e me n'andrei a fare un giro. Alla faccia vostra, buffoncelli che mo' ve la dormite come cavie nelle gabbie.
State attenti a quello che vi accade. State in guardia, neh.
Quanto a me, me ne vado avanti con l'ottimismo di un dodo, e chissà che in pentola non ci finiate voi.